
La 
              Galleria Doria Pamphilj è ospitata nell’omonimo palazzo 
              in stile rococò, questo nel corso dei secoli è stato 
              abitato da numerose famiglie prestigiose fra le quali ricordiamo: 
              i Santoro, i Della Rovere, gli Aldobrandini ed infine i Pamphilj. 
              Nel 1731 Camillo Pamphilj fece risistemare la facciata su via del 
              Corso da Gabriele Valvassori, e fu chiusa la loggia superiore del 
              cortile rinascimentale, creando così un ambiente espositivo 
              per la collezione di dipinti. Girolamo Pamphilj morì nel 
              1760 senza lasciare eredi, ed i parenti più stretti che beneficiarono 
              di tutta la proprietà furono i Doria, il primo a cui fu concesso 
              di unire il proprio nome a quello Pamphilj sarà Andrea IV 
              nel 1765. Con Andrea IV Doria Pamphilj il palazzo viene sottoposto 
              ad un restauro globale, soprattutto nella decorazione dei saloni 
              dell’appartamento di rappresentanza e della Galleria. Per 
              svolgere questo lavoro fu commissionato l’architetto Francesco 
              Nicoletti che oltre alla direzione della fabbrica, si occupava della 
              coordinazione dei numerosi pittori tardobarocchi impegnati ad abbellire 
              il palazzo. E’ stato ritrovato un documento risalente al 1768 
              scritto proprio dalla mano del Nicoletti dove viene presentato il 
              progetto del rinnovo dei saloni della galleria e dell’appartamento 
              di rappresentanza con l’elenco dei quadri da esporre in ogni 
              stanza, criterio che si è mantenuto nel tempo perché 
              ancora oggi la maggior parte della collezione è esposta secondo 
              il volere ed il gusto tardobaroccco. 
              
			  
			  
			  
			  		
    		  			  
			  
			  Ad alcuni dipinti fu cambiata la collocazione per volere di Filippo 
              Andrea V nel XIX secolo con l’aiuto dell’architetto 
              Andrea Busiri Vici, un esempio è la sostituzione di alcuni 
              dipinti della collezione con i cosiddetti “primitivi” 
              o l'acquisizione di opere come la Deposizione di Memling. La Galleria 
              di Roma ospita un gran numero di capolavori seicenteschi, composti 
              da dipinti, sculture barocche del Algardi e del Bernini, ed un nucleo 
              cospicuo di sculture antiche risalenti all’età arcaica 
              a quella ellenistica. Vi elenchiamo brevemente le maggiori opere 
              in esposizione: “Ritratto di Innocenzo X” dello spagnolo 
              Diego Rodriguez de Silva y Velázquez, “Battaglia nel 
              porto di Napoli” di Peter Bruegel il vecchio, “Compianto 
              su Cristo 

morto con un donatore” di Hans Memling, “Erminia 
              ritrova Tancredi ferito” del Guercino, “Salomè 
              con la testa del Battista” di Tiziano, “Maddalena penitente” 
              del Caravaggio, “Annunciazione” di Filippo Lippi, “Madonna 
              col Bambino, angeli e i santi Antonio abate, Pietro, Giovanni Battista 
              e Matteo Maestro” di Borgo alla Collina, “Paesaggio 
              con guado” del Domenichino, “Paesaggio con la Fuga in 
              Egitto” di Annibale Carracci, “Paesaggio con figure 
              danzanti” di Claude Lorrain, “Paradiso terrestre” 
              di Jacopo Bassano, “Paradiso terrestre” di Jan Bruegel 
              il vecchio, “Riposo durante la fuga in Egitto” del Caravaggio, 
              “Doppio ritratto” di Raffaello, “Ritratto di giovane 
              gentiluomo” del Tintoretto, “Natura morta con ostriche, 
              fiori, frutti e animali” di Jan van Kessel il vecchio, “Tentazioni 
              di Sant’Antonio abate” di Bernardo Parentino, “Venere, 
              Marte e Cupido” di Paris Bordon, “Lotta di putti” 
              di Guido Reni, “Susanna e i secchioni” di Annibale Carracci, 
              “Busto di Innocenzo X” del Bernini, “Busto di 
              Olimpia Maidalchini Pamphilj” di Alessandro Algardi. 
			  
			  
			  
			  
			  
			  		
    		  			  
			  
              Informazioni utili: 
                Piazza del Collegio Romano, 2 
                Tel: 066797323 
                Giorno di chiusura: Giovedì 
                Orario di apertura 10:00-17:00 
                Ingresso: € 7.30 ridotto € 5.70 
                Sito Web: www.doriapamphilj.it
                E-mail: inforoma@doriapamphilj.it
              Come arrivare alla Galeeria Doria Pamphilj: 
                da Piazza Venezia (autobus 64-40 da Termini) si prende Via del 
                Corso e si volta alla seconda a sinistra, Via Lata, che conduce 
                a Piazza del Collegio Romano